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La casa che crolla

Urgenze e criticità dell'ecosistema

  • 22 Ott 2016
  • 16:00
  • Sede de La Nuova Regaldi - Sala Pier Giorgio Frassati | Via Dei Tornielli, 6 - 28100 Novara
Descrizione evento


Tipo incontro: Conferenza
Con: Nicola Armaroli, Dirigente di ricerca presso Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività, Bologna
A cura di: Associazione Culturale Diocesana La Nuova Regaldi
Ciclo: Oikologia
Sezione: Scienza, tecnica ed etica

Riscaldamento globale, penuria di acqua potabile, esaurimento delle scorte energetiche. Sono alcuni dei problemi che affliggono il pianeta terra, che Nicola Armaroli, direttore di ricerca del CNR di Bologna, illustra al pubblico il 22 ottobre, presso la sede de La Nuova Regaldi (via Dei Tornielli 6, Novara) nell'incointro «La casa che crolla. Urgenze e criticità dell'ecosistema» che l'Associazione Culturale Diocesana propone nell'ambito di un ciclo di sei incontri, intitolato «Con la Laudato si', un confronto sulla "casa della vita». Armaroli fornsce i dati dei molteplici aspetti critici dell'ecosistema, spiegandone le interconessioni per mettere in luce le responsabilità umane e indicare i percorsi "virtuosi" che potrebbero salvarci dalla catastrofe.

Documenti associati


La casa che crolla
22 Ottobre 2016

Urgenze e criticità dell'ecosistema

Conferenza di Nicola Armaroli, Dirigente di ricerca presso Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività, Bologna

«Let's party!», festeggiamo!, potrebbe essere il motto riassuntivo di un’umanità che, a partire dal 1950 circa ha incrementato drasticamente il suo impatto sul pianeta in termini di consumo di risorse e produzione di rifiuti. Detonatori di questa “esplosione” sono stati l’impiego massiccio dei combustibili fossili e la scoperta della sintesi dell’ammoniaca, che ha consentito di usare l’azoto atmosferico per “dopare” i terreni moltiplicando la produzione agricola. La popolazione mondiale ha visto così un’impennata verso numeri che si attestano sugli attuali 7 miliardi di persone, destinati ulteriormente a crescere. Ma la “festa” non è destinata a durare ancora molto, e chi verrà dopo di noi si troverà a fare i conti con un pianeta devastato. Per decenni infatti l’abbiamo depredato di risorse, trasformando le foreste in piantagioni estensive, perforandone ogni angolo alla ricerca di petrolio, sempre più costoso, difficile da estrarre e gravido di impatto inquinante. L’atmosfera è divenuta una discarica di anidride carbonica, responsabile dell’aumento costante della temperatura a causa del noto “effetto serra”. Siamo ancora in tempo per fermarci e fare marcia indietro? Forse sì, ma non dobbiamo perdere tempo. Occorre incrementare l’impiego di energie rinnovabili, produrre oggetti che non siano solo pensati per essere venduti e usati, ma anche per riciclarne i componenti, renderci conto che produrre anidride carbonica e altri rifiuti ha un impatto sul “capitale naturale”: un bene di cui fruiamo gratuitamente, ma che non è “gratis”, perché prima o poi sfruttarlo senza criteri ci presenterà un conto assai salato da pagare. Fondamentale quindi è l’educazione, e l’introduzione di criteri pratici che ci spingano a misurare pragmaticamente i danni che arrechiamo all’ecosistema, e a pagare di persona per accantonare le risorse necessarie a ripararli.