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Rivelazione di Gesù Cristo... (Ap 1,1)

Il testo e il contesto: introduzione e chiavi di lettura

  • 12 Nov 2017
  • 09:30
  • Convento francescano cappuccino di San Nazzaro della Costa | - 28100 Novara
Descrizione evento


Tipo incontro: Giornata di spiritualità e cultura
Con: don Silvio Barbaglia, biblista
A cura di: Associazione Culturale Diocesana La Nuova Regaldi
Ciclo: Maràna Tha
Sezione: Giornate di spiritualità e cultura

Programma

9.30  Santa Messa
10.30   Il testo e il contesto: introduzione e chiavi di lettura - don Silvio Barbaglia
12.30 Pranzo comunitario
14.30 Dibattito e approfondimenti
17.00 Conclusione

Notaper aggiornamenti, consultare il programma definitivo nei giorni immediatamente precedenti lo svolgimento della giornata.

 

Iscriviti
Per iscriverti contatta il 320 0866487 (Pietro Toscani), o usa il servizio di iscrizione on line.

 

Elenco partecipanti   

  1. Atlante Angela
  2. Barbaglia don Silvio
  3. Bazzan Laura
  4. Bernardi Claudia
  5. Boschi Maurizio
  6. Cadario Silvia
  7. Cappelletti Maurizio
  8. Carmine Daniela
  9. Carmine Tiziana
  10. Casalone Suor Milena
  11. Citterio Maria Pia
  12. Colombo Silvia
  13. Costa Suor Mirella
  14. Cuoghi Maria Grazia
  15. D'Adderio Leone
  16. Dellupi Riccardo
  17. Di Martino Gabriella
  18. Ferronato Suor Odilla
  19. Fumagalli Pietro
  20. Garavaglia Gabriele
  21. Longo Maria Antonietta
  22. Magistris Claudio
  23. Melone Barbara
  24. Mercatanti Andrea
  25. Ossola Marisa
  26. Prandi Massimo
  27. Quaglia Marina
  28. Renna Concettina
  29. Roncoroni Elisa
  30. Ruocco Adriana 
  31. Salsa Gianfranco
  32. Sforza Concettina
  33. Soncin Gabriele 
  34. Tonelli Gabriella
  35. Torri Nerina
  36. Toscani Francesco
  37. Toscani Pietro
  38. Ventura Magda
  39. Zanardi Chiara
  40. Zanzi Enrico

Documenti associati


Rivelazione di Gesù Cristo... (Ap 1,1)
12 Novembre 2017

Il testo e il contesto: introduzione e chiavi di lettura

Conferenza di don Silvio Barbaglia, biblista

 

  • «Quando i mille anni saranno compiuti...»
  • Interpretazioni letterali e allegoriche
  • Alla radici dei testi “rivelati”: testi settari?
  • Testi svelati e rivelati, differenza di destinatari
  • Spazio e tempo nella religione iranica
  • Influssi iranici nel giudaismo del secondo Tempio
  • Testi e strumenti per approfondire
  • Il Tempio, microcosmo e dimora di Dio
  • Il sabato e lo spazio-tempo infinito di Dio
  • La storia umana e i 12 mila anni
  • Il sabato santo, un dì senza notte che dura... 1000 anni

«Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere». Il testo del capitolo 20 dell’Apocalisse ha visto i lettori dividersi, nei secoli, tra interpretazioni letterali - che hanno dato vita ai vari “millenarismi” in attesa della fine del mondo - e allegorico-simboliche. Le prime smentite a più riprese nella storia, le seconde funzionali, di volta in volta, a far dire al testo ciò che l’interprete desiderava nel contesto storico a lui attuale. Ma cosa potevano rappresentavano i famosi “mille anni” nel contesto originario, in cui fu scritto il testo? Per rispondere occorre risalire alle radici della letteratura “apocalittica” - così chiamata proprio dall’ultimo testo dell’Antico Testamento -. Essa raccoglie testi esoterici, commissionati anch’essi dalla classe sacerdotale di Gerusalemme, e destinati non al popolo - come i 24 libri accolti nel canone ebraico rabbanita - ma ai membri stessi del gruppo dirigente. Testi densi dei più alti misteri di Dio, e per questo celati sotto un linguaggio simbolico noto solo agli iniziati. La loro teologia è frutto dell’incontro della religiosità ebraica con quella iranica, conosciuta sotto il dominio persiano e fonte di grande fascino e attrazione. In essa il soprannaturale è ricondotto al primeggiare di un’unica divinità, posta all’origine dello spazio e del tempo, inizialmente fusi in un tutt’uno indefinito. Quest’unità si è rotta per dare luogo al tempo della storia umana, dominata dal conflitto tra bene e male, che dopo 12 mila anni volgerà al termine con il trionfo del bene e il ritorno all’unità originaria, che non sarà mai più turbata. Dio abita oltre il settimo cielo, e la sua sede è collocata in quel centro immobile attorno a cui ruotano tutte le altre stelle, che nel V secolo a.C. coincide con uno degli assi della costellazione del piccolo carro. Adonay, il Dio di Israele, è colui che abita questo luogo unico in cui hanno origine lo spazio e il tempo - scandito dalla rotazione delle stelle - e il tempio di Gerusalemme e l’arca dell’alleanza - “piccolo carro” che riproduce quello celeste - sono la sua dimora sulla terra. Se, come dice il Salmo 90, per Dio mille anni «sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia della notte», 12 ore divine corrispondono a 1000 anni umani. I sei giorni della creazione corrispondono quindi a 12 mila anni. E al loro termine si ha il sabato, che nel testo di Genesi non vede mai il tramonto, e quindi dura… 1000 anni. È appunto tempo nel quale regneranno con Cristo alla fine della storia, come narra il testo dell’Apocalisse, la durata di un dì - secondo il computo divino -, al termine del quale Satana sarà liberato, ma per venire subito sconfitto, e definitivamente dal Cristo risorto, insieme con la morte e con i suoi seguaci, per i quali non ci sarà più posto nella nuova creazione, nel giorno eterno di Dio che non vedrà tramonto. È quanto avviene il sabato santo, in cui Cristo sconfigge per sempre la morte, compimento escatologico del primo sabato, senza tramonto, collocato all’origine dei tempi.


Omelia della XXXII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
12 Novembre 2017

Omelia di don Silvio Barbaglia, biblista