Biografia:
Nato a Galliate (NO) il giorno 11 gennaio 1963, diploma di maturità classica, baccalauretato in teologia presso lo Studio Teologico San Gaudenzio in Novara e licenza in Sacra Scrittura conseguita presso il Pontificio Istituto Biblico in Roma. Ordinato sacerdote per la Diocesi di Novara il 25 giugno 1988. Insegna Introduzione allAntico e al Nuovo Testamento, Esegesi di Antico e di Nuovo Testamento presso lo Studentato teologico San Gaudenzio di Novara affiliato alla Facoltà Teologica dellItalia Settentrionale di Milano e presso lIstituto Superiore di Scienze religiose di Novara. Accanto allinsegnamento in materia biblica in Diocesi ricopre i seguenti incarichi: Delegato vescovile per la Pastorale della cultura e del Progetto culturale della CEI, Delegato Vescovile per lEcumenismo e il Dialogo interreligioso e assistente spirituale dellAssociazione Culturale Diocesana La Nuova Regaldi.
Nell’anno 2000 don Silvio Barbaglia riceve da mons. Renato Corti, vescovo di Novara, l’incarico di occuparsi della Pastorale scolastica e universitaria. Da questa esperienza, condivisa con un gruppo di studenti e di giovani lavoratori, nasce l’Associazione Culturale Diocesana La Nuova Regaldi, la cui azione è collocata nell'alveo del Progetto Culturale della Chiesa italiana. In collaborazione con questa associazione diocesana don Silvio opera per una pastorale della cultura vissuta nel costante confronto con le molteplici sfide che la cultura contemporanea rivolge alla fede. Accanto a quest'attività di carattere culturale promuove ricerche nell'ambito del mondo biblico e del cristianesimo primitivo che vanno dall'epistemologia e l'ermeneutica della storiografia biblica alle questioni più di confine relative alla storicità di Gesù di Nazaret promovendo seminari di studio e di dibattito su questi temi.
Da ottobre 2020 don Silvio è parroco della parrocchia di San Maiolo di Veveri (Novara)
Pubblicazioni:
• Il digiuno di Gesù all’Ultima Cena. Confronto con le tesi di J. Ratzinger e di J. Meier, Prefazione di Romano Penna, Commenti e studi biblici, Assisi: Cittadella 2011.
• «Il prologo di Luca e la “solidità” del racconto evangelico. La ri-scrittura della storia», Credere oggi 31/2 (2011) 63-89.
• «Gesù storico e origini del cristianesimo nella galassia Internet: La sfida al modello tradizionale della ricerca storica», in: G. SEGALLA, La ricerca del Gesù storico, Giornale di Teologia 345, Brescia: Queriniana 2010, 219-237.
• «Giuseppe nelle relazioni parentali umano-divine», Lemà sabactàni 6 (2010) 21-31.
• «Tempo e storia», in: R. PENNA - G. PEREGO - G. RAVASI (a cura di), Temi teologici della Bibbia, I Dizionari San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo 2010, 1363-1371.
• «Gesù storico e origini del cristianesimo nella galassia Internet: La sfida al modello tradizionale della ricerca storica», in: G. BIGUZZI - M. GRONCHI (a cura di), Discussione sul Gesù storico, Percorsi culturali 19, Roma, Città del Vaticano: Urbaniana University Press 2009, 21-35.
• «Lettere pastorali per una “Chiesa fedele a Dio e amica dell’uomo”», in: D. TUNIZ (a cura di), La gloria di Dio è l’uomo vivente. Aldo Del Monte vescovo di Novara, Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo 2008, 158-184.
• «Elia/Eliseo», in: G. DE VRIGILIO (a cura di), Dizionario Biblico della Vocazione, Roma: Editrice Rogate 2007, 283-287.
• «In margine alla discussione sul libro-intervista di Corrado Augias - Mauro Pesce», Studia Patavina 54 (2007) 435-460.
• «Bibbia e strumenti informatici», in: R. FABRIS (a cura di), Introduzione generale alla Bibbia, Logos. Corso di Studi Biblici 1, Leumann (Torino): Elle Di Ci 2006, 727-737.
• «Il campo lessicale, il campo associativo e il campo semantico dell’“elezione d’Israele” nel TaNaK e nella Bibbia: Dalla linguistica all’ermeneutica della tradizione», in: C. TERMINI (a cura di), L’elezione di Israele: origini bibliche, funzione e ambiguità di una categoria teologica (Atti del XIII Convegno di Studi Veterotestamentari - Foligno, 8-10 Settembre 2003), Ricerche Storico-Bibliche 1, Bologna: EDB 2005, 13-71.
• «Ireneo di Lione e la comunicazione della fede cristiana in una coscienza canonica delle sacre Scritture», in: E. CATTANEO - L. LONGOBARDO (a cura di), Consonantia salutis. Studi su Ireneo di Lione, Trapani: Il Pozzo di Giacobbe 2005, 81-158.
• «“Darai la tua vita per me?”: Una rilettura della triplice domanda di Gesù a Simone di Giovanni (Gv 21,15-19)», Rivista Biblica 51 (2003) 149-191.
• BARBAGLIA, S. (a cura di), Deuteronomismo e Sapienza: la riscrittura dell’identità culturale e religiosa di Israele. Atti del XII Convegno di Studi Veterotestamentari (Napoli, 10-12 Settembre 2001), Ricerche Storico-Bibliche 1/2003.
• BARBAGLIA, S. (a cura di), “E fu per la mia bocca dolce come il miele” (Ez 3,3). Il testo biblico in tensione tra fissità canonica e mobilità storica. Atti dell’XI Convegno di Studi Veterotestamentari (Torreglia, 6-8 Settembre 1999), Ricerche Storico-Bibliche 1/2001.
• «La rilevanza ermeneutica delle disposizioni canoniche dei testi nelle sacre Scritture: Metodo ed esemplificazioni», in: S. BARBAGLIA (a cura di), “E fu per la mia bocca dolce come il miele” (Ez 3,3). Il testo biblico in tensione tra fissità canonica e mobilità storica. Atti dell’XI Convegno di Studi Veterotestamentari (Torreglia, 6-8 Settembre 1999), Ricerche Storico-Bibliche 1, Bologna: EDB 2001, 185-268.
• «Dal rotolo al codice. I risvolti ermeneutici del contenente sul contenuto», Annali di studi religiosi 1 (2000) 267-287.
• «Comprensione neotestamentaria della figura di Elia alla luce di un approccio “canonico” alle Scritture», in: AA. VV., Elia o il Mosè del silenzio. Atti del Seminario invernale. Trevi, 22-25 gennaio 1998, Biblia. Associazione laica di cultura biblica, Firenze: Giuntina 1999, 99-161.
• «Il racconto della Parola», in: AA. VV., La Parola “ripresa”. L’uso della parola, delle immagini e della drammatizzazione nella Bibbia (21° Corso Nazionale di Aggiornamento. Ponte di Legno, Brescia, 6-12 luglio 1997), Quaderni di nostro cinema 38, Milano 1998, 41-57.
• «Studi biblici e informatica», Ricerche Storico-Bibliche 1-2 (1998) 329-389.
• «Il messaggio finale del libro di Ester (ebraico)», Rivista Biblica 42 (1994) 257-310.
Contatti:
Don Silvio BARBAGLIA
Seminario San Gaudenzio
Via Monte San Gabriele, 60
28100 NOVARA
Tel.: 0321-331039 / 0321-432539
Cell.: 349-1272590
Email: sbar@libero.it
Internet: www.lanuovaregaldi.it
Felici, o fortunati? Né l'uno né l'altro. Il termine “beati” che ricorre nel testo delle Beatitudini ha invece nel Vangelo secondo Matteo un significato tecnico specifico, che occorre analizzare nel contesto stesso del Vangelo. Esso rimanda al termine “asher”, che apre il Salmo 1, configurando il profilo dell’uomo immerso giorno e notte nella fedeltà orante a Dio. È l’immagine di Gesù che emerge nel racconto di Matteo, che mostra Gesù come il primo dei discepoli, che chiama gli altri a imitarlo e seguirlo nel cercare la volontà di Dio. I “beati” sono perciò i fratelli di Gesù, chiamati a lasciare tutto - patrimonio e famiglia di origine - per seguirlo, e a patire persecuzioni per causa sua, che sarà sempre con loro, in un legame che neanche la morte potrà vincere, grazie alla risurrezione. Aldo Del Monte è stato testimone di questa fedeltà a Cristo, nelle sua esperienza di pastore e Vescovo.
«Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere». Il testo del capitolo 20 dell’Apocalisse ha visto i lettori dividersi, nei secoli, tra interpretazioni letterali - che hanno dato vita ai vari “millenarismi” in attesa della fine del mondo - e allegorico-simboliche. Le prime smentite a più riprese nella storia, le seconde funzionali, di volta in volta, a far dire al testo ciò che l’interprete desiderava nel contesto storico a lui attuale. Ma cosa potevano rappresentavano i famosi “mille anni” nel contesto originario, in cui fu scritto il testo? Per rispondere occorre risalire alle radici della letteratura “apocalittica” - così chiamata proprio dall’ultimo testo dell’Antico Testamento -. Essa raccoglie testi esoterici, commissionati anch’essi dalla classe sacerdotale di Gerusalemme, e destinati non al popolo - come i 24 libri accolti nel canone ebraico rabbanita - ma ai membri stessi del gruppo dirigente. Testi densi dei più alti misteri di Dio, e per questo celati sotto un linguaggio simbolico noto solo agli iniziati. La loro teologia è frutto dell’incontro della religiosità ebraica con quella iranica, conosciuta sotto il dominio persiano e fonte di grande fascino e attrazione. In essa il soprannaturale è ricondotto al primeggiare di un’unica divinità, posta all’origine dello spazio e del tempo, inizialmente fusi in un tutt’uno indefinito. Quest’unità si è rotta per dare luogo al tempo della storia umana, dominata dal conflitto tra bene e male, che dopo 12 mila anni volgerà al termine con il trionfo del bene e il ritorno all’unità originaria, che non sarà mai più turbata. Dio abita oltre il settimo cielo, e la sua sede è collocata in quel centro immobile attorno a cui ruotano tutte le altre stelle, che nel V secolo a.C. coincide con uno degli assi della costellazione del piccolo carro. Adonay, il Dio di Israele, è colui che abita questo luogo unico in cui hanno origine lo spazio e il tempo - scandito dalla rotazione delle stelle - e il tempio di Gerusalemme e l’arca dell’alleanza - “piccolo carro” che riproduce quello celeste - sono la sua dimora sulla terra. Se, come dice il Salmo 90, per Dio mille anni «sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia della notte», 12 ore divine corrispondono a 1000 anni umani. I sei giorni della creazione corrispondono quindi a 12 mila anni. E al loro termine si ha il sabato, che nel testo di Genesi non vede mai il tramonto, e quindi dura… 1000 anni. È appunto tempo nel quale regneranno con Cristo alla fine della storia, come narra il testo dell’Apocalisse, la durata di un dì - secondo il computo divino -, al termine del quale Satana sarà liberato, ma per venire subito sconfitto, e definitivamente dal Cristo risorto, insieme con la morte e con i suoi seguaci, per i quali non ci sarà più posto nella nuova creazione, nel giorno eterno di Dio che non vedrà tramonto. È quanto avviene il sabato santo, in cui Cristo sconfigge per sempre la morte, compimento escatologico del primo sabato, senza tramonto, collocato all’origine dei tempi.
Documentazione delle lezioni tenute nelle seguenti date:
Documentazione delle lezioni tenute nelle seguenti date:
Documentazione delle lezioni tenute nelle seguenti date:
Versione in italiano del Vangelo secondo Tommaso (Matteo Grosso) e documentazione delle lezioni tenute da don Silvio Barbaglia nelle seguenti date:
Lezione n. 1 del 6 novembre 2019
Lezione n. 2 del 13 novembre 2019
Lezione n. 3 del 20 novembre 2019
Lezione n. 4 del 27 novembre 2019
Lezione n. 5 del 4 dicembre 2019
Lezione n. 6 del 11 dicembre 2019
Lezione n. 1 del 13 gennaio 2021
Lezione n. 2 del 20 gennaio 2021
Lezione n. 3 del 27 gennaio 2021
Lezione n. 4 del 3 febbraio 2021
Lezione n. 5 del 10 febbraio 2021
Il Cantico dei Cantici – misterioso poema d’amore e di eros nel cuore della Bibbia – letto artisticamente e offerto al pubblico in una nuova, inedita interpretazione. È il contenuto del cofanetto DVD dal titolo "«Mi baci con i baci della sua bocca!» Cantico dei cantici, un sogno d’amore" che rende disponibili i video di sette incontri tenuti dall’attrice e autrice teatrale Lucilla Giagnoni e dal biblista don Silvio Barbaglia in sette domeniche dei tempi di Quaresima e di Pasqua 2014 nell’ambito della sesta edizione di Passio, il progetto di “Cultura e arte attorno al mistero pasquale” promosso dalla Diocesi di Novara. Sei abbracci e un conclusivo "arrivederci" ritmano il canto che dice l'incessante ricercarsi tra la divina Amante e Salomone — donna Sapienza e il Messia figlio di Davide — nel giardino in cui sgorga l'acqua della vita. In un'innovativa traduzione dal testo originario, la poesia del Cantico dei Cantici richeggia simboli biblici e tradizioni ebraiche, che svelano orizzonti di senso inediti.
Commento biblico: don Silvio Barbaglia
Lettura e interpretazione: Lucilla Giagnoni
Musiche originali: Paolo Pizzimenti
Riprese e post produzione: NG Produzioni televisive
IL COFANETTO CONTIENE: 3 DVD, con 7 puntate video da 60 minuti; libretto-guida con introduzione e riassunto delle puntate e il testo integrale della nuova traduzione del Cantico dei Cantici di don Silvo Barbaglia.
COME E DOVE RICHIEDERE IL COFANETTO: Il cofanetto può essere richiesto scrivendo a info@lanuovaregaldi.it il proprio recapito con indirizzo civico, dove sarà inviato per posta ordinaria. È facoltà di chi lo riceve il devolverci un'offerta libera, contribuendo così alla copertura delle spese, secondo le indicazioni disponibili on-line e inviate insieme con il cofanetto.
Evento-oralità-scrittura. È lo schema in tre tappe che il Magistero ecclesiale propone come spiegazione del processo genetico dei Vangeli, interpretando in tal senso il prologo del Vangelo di Luca. Uno schema condiviso dalla maggioranza degli studi, che, inoltre, ritengono in gran parte i racconti evangelici essere stati scritti attingendo al Vangelo di Marco e a una fonte “Q” – mai rinvenuta nei manoscritti, ma di cui è stata tuttavia pubblicata un’edizione critica –, creando testi composti in diverse aree geografiche (Antiochia, Roma, Grecia/Siria, Efeso rispettivamente per Matteo, Marco, Luca e Giovanni) e destinati, in origine, alle comunità che le abitavano. Ma un’attenta lettura del prologo di Luca può avvalorare l’ipotesi dell’esistenza di un antico testo fondatore – il Vangelo degli Ebrei o degli Apostoli – citato dai Padri come testo autorevolissimo, e che Marcione avrebbe usato ed emendato, nell’operazione condannata da Tertulliano e Ireneo come eretica, della scrittura di un nuovo unico vangelo. L’antico vangelo delle origini sarebbe stato steso a Gerusalemme già in contemporanea alla prima attività di predicazione orale, e a esso la scuola scribale della comunità gerosolimitana avrebbe attinto per dare forma a racconti destinati alle classi sacerdotali (Luca), alla missione ad gentes (Matteo), alla formazione battesimale dei catecumeni (Marco) e all’educazione dei missionari (Giovanni). Testi anticamente anonimi, per scelta redazionale esplicita volta a innalzarne l’ispirazione divina, e attribuiti nel II secolo a nomi di illustri campioni della fede per sancirne l’autorevolezza autoriale. La nuova ipotesi muta la collocazione spazio-temporale e l’autorialità dei testi del Nuovo Testamento, aprendo prospettive inedite di comprensione della loro origine.
Un “big man”, amplificato dalla narrazione evangelica rispetto ai suoi contorni reali. Così appare Gesù alla maggioranza degli studiosi, i quali, se ritengono che i Vangeli abbiano “romanzato” molti aspetti della sua vita, accettano però come dati storici alcuni loro elementi, tra i quali quello che Gesù, figlio del falegname, esercitasse a sua volta tale arte come unica sua competenza professionale; egli sarebbe stato quindi analfabeta e non istruito nelle scritture, e perciò la sua sapienza “divina”, superiore a quella degli scribi, sarebbe quindi inventata dai testi. Ma sarebbe anche possibile, e più naturale, pensare al contrario che Gesù, che i Vangeli dipingono come appassionato della Parola, si sia dedicato a essa fin dalla giovinezza formandosi a scuole scribali fino ad acquisirne altissime competenze; i Vangeli avrebbero quindi omesso accenni a questi suoi studi nel racconto della sua infanzia per indurre a pensare a una scienza potentemente “infusa” dall’alto, come parte del suo rapporto figliale con Dio. Un Gesù scriba e rabbì, quindi – come effettivamente è chiamato nei testi evangelici – e dotato di una sua interpretazione personale delle Scritture, che diventa il programma di vita suo e dei suoi seguaci, chiamati a lasciare le famiglie di appartenenza e tutte le loro proprietà, per dedicarsi interamente all’annuncio e alla predicazione, itinerando senza sosta nel territorio di Giuda e Israele. Un programma che Gesù appare trarre dai primi tre capitoli della Genesi, in cui l’uomo “lascia suo padre e sua madre” unendosi per sempre alla donna che ama, e vive dei frutti del giardino di Eden, senza bisogno di lavorare la terra, prima che l’ingresso del peccato sulla scena del mondo sconvolga il piano iniziale di Dio. L’itinerare nella terra di Israele sarebbe simile al passeggiare di Dio nel giardino di Eden, alla ricerca dell’uomo peccatore, come presenza che distingue tra luce e buio e chiama alla conversione. Gesù si pone quindi come nuovo Adamo, fedele al piano di Dio come prima della caduta, e il “regno dei cieli” è appunto lo stile di vita della comunità dei discepoli, che mettono in atto questo ritorno alla signoria di Dio che regnava incontrastata nell’Eden. Gesù, come Adamo, sarebbe quindi uomo nuovo, direttamente creato da Dio a sua immagine, e per questo i racconti di Luca e Matteo ne descrivono la venuta al mondo per concepimento divino nel grembo di una vergine, compiendo l’annuncio profetico di Isaia, in una visione escatologica saldamente fondata sulla protologia della Genesi.
Gesù non nega i bisogni dell'uomo, anzi, parte sempre da loro. Ma poi invita costantemente l'uomo alla gratuità, che è lo stile di Dio. Così si comporta il decimo lebbroso, anche se l'uomo è impastato sul modello degli altri nove.
Foto: visita a don Piero Udini presso Campino e cammino all'Eremo di Vercio.
Jihad e martirio cristiano. Uccidere in nome di Dio, o accettare di soffrire per Dio? Strade opposte per il Paradiso, nelle diverse tradizioni religiose. Di cosa si vanta san Paolo? «È quando sono perseguitato che sono forte», cioè quando sono destinatario di un'azione di violenza per Cristo, sono avversato per lui, Cristo non mi abbandona, è sempre con me nel momento della prova. Il martirio cristiano non è quindi rischiare la vita per combattere i nemici della fede, ma resistere con Cristo nel rendergli testimonianza, stando dalla parte lesa e non dalla parte di chi attacca. Solo in questo caso si può essere violenti nella tradizione cristiana, difendendo il debole schiacciato e perseguitato.
Documentazione delle lezioni tenute nelle seguenti date:
Documentazione delle lezioni tenute nelle seguenti date:
Lezione n. 1 - 8 maggio 2019
Lezione n. 2 - 15 maggio 2019
Lezione n. 3 - 22 maggio 2019
Lezione n. 4 - 29 maggio 2019
Lezione n. 5 - 5 giugno 2019
Lezione n. 1 del 15 gennaio 2020
Lezione n. 2 del 29 gennaio 2020
Lezione n. 3 del 5 febbraio 2020
Lezione n. 4 del 12 febbraio 2020
Lezione n. 5 del 19 febbraio 2020
Lezione n. 1 del 4/11/2020
Lezione n. 2 del 11/11/2020
Lezione n. 3 del 19/11/2020
Lezione n. 4 del 26/11/2020
Lezione n. 5 del 02/12/2020
Raccolta delle registrazioni audio del ciclo di lezioni "Matteo. Il Vangelo di Gerusalemme", proposto dalla Parrocchia di Cameri (Novara).