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Felici, o fortunati? Né l'uno né l'altro. Il termine “beati” che ricorre nel testo delle Beatitudini ha invece nel Vangelo secondo Matteo un significato tecnico specifico, che occorre analizzare nel contesto stesso del Vangelo. Esso rimanda al termine “asher”, che apre il Salmo 1, configurando il profilo dell’uomo immerso giorno e notte nella fedeltà orante a Dio. È l’immagine di Gesù che emerge nel racconto di Matteo, che mostra Gesù come il primo dei discepoli, che chiama gli altri a imitarlo e seguirlo nel cercare la volontà di Dio. I “beati” sono perciò i fratelli di Gesù, chiamati a lasciare tutto - patrimonio e famiglia di origine - per seguirlo, e a patire persecuzioni per causa sua, che sarà sempre con loro, in un legame che neanche la morte potrà vincere, grazie alla risurrezione. Aldo Del Monte è stato testimone di questa fedeltà a Cristo, nelle sua esperienza di pastore e Vescovo.
Gesù non nega i bisogni dell'uomo, anzi, parte sempre da loro. Ma poi invita costantemente l'uomo alla gratuità, che è lo stile di Dio. Così si comporta il decimo lebbroso, anche se l'uomo è impastato sul modello degli altri nove.
Foto: visita a don Piero Udini presso Campino e cammino all'Eremo di Vercio.
«L'avete fatto a me», dice Gesù nel giudizio finale (Mt 25,40) a coloro che hanno accolto i piccoli nel suo nome. È quanto il Vangelo chiede di compiere nei confronti di chi giunge fuggiasco da terre flagellate da guerra e povertà.
Raccolta delle registrazioni audio del ciclo di lezioni "Matteo. Il Vangelo di Gerusalemme", proposto dalla Parrocchia di Cameri (Novara).